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riserve

Epigenetic Bioresonance Research ©

Innanzitutto, è bene sottolineare che il metodo da noi applicato non sempre obbedisce alle consuete leggi scientifiche, per lo meno nella loro attuale formulazione, è perciò difficile cercare di spiegarlo con un linguaggio scientificamente ortodosso. Anche il linguaggio normale talvolta potrà essere inadeguato e ci troveremo a dover "creare" nuovi termini o prenderne in prestito qualcuno; ciò non rappresenta un ostacolo, perché ogni nuovo sviluppo scientifico o tecnologico richiede nuovi termini tecnici e nuovi paradigmi, che sarebbero del tutto incomprensibili per gli scienziati del secolo precedente.

Da molti anni ormai si sente parlare di “energie” o “bio-energie” non convenzionali. Vengono utilizzate terminologie alternative per descriverle, spesso in modo improprio, definendo queste tipologie di campo come ad esempio, Energia di Punto Zero, Forza bio-cosmica, Campo Unificato, il QI, ecc.

Forse uno dei termini più appropriati che le racchiude tutte senza darne una definizione specifica, visto che ancora è di fatto per lo più sconosciuta, è il termine utilizzato dal Dr. Zamperini che le ha meglio definite come: “Energie Sottili” o da Ivano Calzoni “low-energy”.

Di queste “energie sottili” o “energie di campo”,  ancora si conosce ben poco, ma si inizia ad intravederne gli effetti pur disconoscendo le cause precise che le creano. Cercare di misurarne gli effetti sull’uomo e sull’ambiente è indispensabile per comprenderne i principi di funzionamento.

La nostra esperienza pluriennale è basata proprio sullo studio interattivo degli effetti di tali energie sull'omeostasi, sull'equilibrio, del nostro organismo e della qualità della vita in generale.

Tutti gli esseri viventi hanno una forma di “biocampo” riconosciuta per la prima volta anche dal Ministero della Salute nel 2004, con l’acronimo di  H.E.F. (Human Energy Field).

Anche il mondo vegetale e minerale e tutta la natura inanimata essendo anche essa costituita da atomi, possiede un proprio campo che noi definiamo semplicemente CEV (Campo Energetico Vibrazionale).

"Quando pensiamo alla materia dobbiamo allo stesso modo considerare l’energia, in quanto la materia è una visualizzazione di campo energetico condensato. Basti pensare alla costituzione dell’atomo stesso di cui la materia è composta: un nucleo centrale o nocciolo, con elettroni intorno a traiettorie orbitali che girano intorno. Potremmo paragonare il nucleo al Sole e gli elettroni ai Pianeti del sistema solare; il campo che separa il nucleo dagli elettroni come il Sole dai Pianeti, è immenso, e non è certo “il vuoto”, ma un “campo”.

Ne consegue che pensando alla natura e all’uomo come materia solida, dobbiamo comunque tenere conto anche di questo “campo” che non è per nulla di poco conto. Con la nuova fisica siamo arrivati al concetto dell’uomo come insieme di campi di forze.

In quest'ottica, l’uomo sembra essere un insieme di campi elettromagnetici, dove il corpo visibile è la zona centrale o nucleo di maggior visibilità e attorno ad esso ci sono zone di luminescenza con frequenze differenti che stanno fuori dal visibile.

Essa riflette non solo la parte corporea ma anche quella emotiva, mentale e spirituale, e i suoi colori risponderebbero alle condizioni di piani energetici; le cellule comunicano tra loro con una debolissima emissione di luce nella banda dell’ultravioletto, una luce coerente lineare. La nostra totalità sarebbe dunque formata da più campi energetici che influenzerebbero anche gli aspetti più sottili della vita e la malattia dipenderebbe da uno squilibrio energetico che altera il normale andamento dei nostri livelli funzionali.

Per tentare un approccio sperimentale di rilevamento del CEV (Campo Energo Vibrazionale), alcuni ricercatori hanno utilizzato sistemi tecnologici molto avanzati per registrare e visualizzare vibrazioni energetiche ed energie fotoniche ultradeboli in modalità multi spettrale, ovvero oltre la gamma di frequenze della luce visibile. I dati così raccolti sono stati trattati secondo modalità comunemente utilizzate in ambito scientifico universitario dall’acquisizione all’elaborazione delle informazioni con algoritmi specifici di analisi utilizzate in molte discipline scientifiche e soprattutto in ambito biochimico e medicale.

Tra le ultime scoperte nel campo delle vibrazioni vi è quella di un team di ricercatori della Freie Universität di Berlino e dell’Università cinese di Shanxi. Essi ritengono di avere finalmente identificato, almeno sul piano teorico, un nuovo tipo di legame tra molecole, che viola alcune delle leggi fondamentali della chimica tradizionale. La loro ricerca, apparsa sulla rivista Angewandte Chemie, ha analizzato le reazioni che si sviluppano tra atomi di bromo e alcuni particolari isotopi dell’idrogeno, dimostrando che tra queste molecole può stabilirsi il legame chimico precedentemente sconosciuto, definito vibrational  bond, o legame vibrazionale, un nuovo tipo di legame chimico basato sulle vibrazioni. 

Studiando queste interazioni alla ricerca di un legame vibrazionale, i ricercatori hanno calcolato  due specifici parametri: l’energia potenziale del sistema che si viene a formare tra gli atomi, e l’energia di punto zero (Zpe), un parametro che arriva dalla meccanica quantistica, definito come il  più  basso  livello energetico possibile in un sistema quantistico. Il sistema è in grado di effettuare rilievi vibrazionali non solo sugli esseri viventi, ma anche sulla materia inerte, in quanto tutta la materia vibra a livello molecolare sopra la temperatura dello “zero assoluto”. […] e valutarne gli aspetti enermetrici, ovvero calcolare il loro potenziale energetico”.

(Relazione del CTU Daniele Gullà - Perito Biometrico e Forense, esperto in Biopsicocibernetica)

Brain Scans
Scienziato sul computer

Sulla base di quanto visto, numerose sperimentazioni hanno dimostrato come in molte metodiche di indagine, come il  nostro Sistema di Biorisonanza Epigenetica ©, i Test possano essere effettuati anche senza la presenza fisica del soggetto su cui indagare, impiegando un  suo  “sostituto bioenergetico”, a risonanza genetica, come ad esempio un campione di saliva o pochi capelli.

Poiché nella struttura molecolare dei campioni è presente lo stesso identico codice genetico del soggetto testato, è possibile studiarne la “mappatura 

bioenergetica" che se ne trae e rapportarla per risonanza a numerosissimi coefficienti epigenetici.

Questo è infatti il settore applicativo della nostra metodica di analisi biofisica (Epigenetic Bioresonance Research ©), nostro know how esclusivo, con la quale ottenere quelle informazioni sul C.E.V. (Campo Energetico Vibrazionale) del soggetto testato e sulle sue individuali reattività bioenergetiche a possibili stressori esterni e interni, in grado di permetterci di sviluppare report così esaustivi e completi.

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